Servizi tecnici per l’archeologia

Il Codice per i beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in particolare art. 28, comma 4) ha introdotto la possibilità per le Soprintendenze ai Beni Archeologici (organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali) di disporre l’esecuzione di sondaggi a spese della committenza in caso di lavori pubblici: ciò, in pratica, sancisce la necessità di svolgere scavi preventivi finalizzati alla conoscenza e alla tutela del patrimonio archeologico sepolto.
In questi anni, tramite la regolamentazione della legge 25 giungo 2005, n. 109, si è consolidata la prassi per cui le Soprintendenze per i Beni Archeologici coordinano tecnici professionisti esterni nella realizzazione di interventi di scavo finalizzati alla costruzione di opere pubbliche e private. Tali interventi, dopo il recupero scientifico di tutti i dati stratigrafici e strutturali, prevedono la rimozione dei contesti rinvenuti oppure richiedono, alla loro conclusione, modifiche progettuali anche rilevanti per consentire la conservazione in loco totale o parziale dei resti rinvenuti.
Attualmente le Soprintendenze per i Beni archeologici esaminano per un parere preventivo la grande maggioranza dei progetti realizzati dagli enti pubblici, mentre per quanto riguarda i lavori di scavo svolti da privati, le amministrazioni comunali hanno utilizzato i poteri autonomi nel campo della programmazione urbanistica per disporre che gli interventi di scavo localizzati in aree giudicate di interesse archeologico siano sottoposti a visto preventivo da parte della Soprintendenza.
Per alcuni comuni sono state redatte carte di cd. “rischio archeologico”, nelle quali le zone del comune vengono distinte sulla base del diverso potenziale del deposito archeologico, poi recepite dai piani regolatori comunali. In questo modo gli organi tecnici comunali (di solito i musei) svolgono attività istruttoria preventiva, i cui risultati vengono poi trasmessi alla Soprintendenza per i Beni archeologici per il parere definitivo e le eventuali prescrizioni.
Questo tipo di indagine archeologica, che attualmente in Italia costituisce la modalità più largamente diffusa per gli scavi archeologici, prende il nome di archeologia preventiva.

Grazie all’esperienza maturata in numerosi progetti di ricerca interdisciplinari e scavi archeologici, possiamo dunque svolgere quanto prescritto dalla Soprintendenza con modalità che coniugano esigenze della ricerca e della tutela e velocità di esecuzione.
In particolare svolgiamo ricerche bibliografiche e d’archivio, saggi e scavi stratigrafici in ogni contesto e di ogni epoca, dalla preistoria all’età moderna, grazie anche alla collaborazione di professionisti in possesso di Laurea e Specializzazione in Archeologia, a geologi e topografi.
La formazione costante permette di impiegare tecniche di intervento sempre aggiornate per affrontare anche i contesti più complessi.